domenica 31 gennaio 2010

Sablier-Clessidra

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Più di un modo per acquietare la tensione
La mozione, l'emozione, la rimozione
Poi c'è il canto, il riso, l'ossessione
Il calcolo numerico, la statistica
La messaggistica, l'oculistica
L'oggettistica
Facile percepire l'ammasso di sabbia
Che siamo,
Una clessidra ticchettante
Irritante, obbligatoria,
Quante clessidre girate nella storia.
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La mia sabbia dentro è una palude di fango
Dev'esserci stata un'infiltrazione,
Ormai è un secolo che non piango.

mercoledì 27 gennaio 2010

Mémoire

Come hanno fatto a spiegarci l'Olocausto? Senza ricevere tanta sofferenza com'è possibile capirlo? Come faranno i nostri - e i vostri - figli a capirlo? Sapremo spiegarglielo? Mi chiedo se sia più insita nell'uomo la cattiveria o la compassione per comprendere questo ma anche i drammi di sempre. Al di là dei numeri e dei film. Al di là delle pacche sulla spalla e le ricorrenze, che vanno tradizionalmente mantenute affinché realmente non scompajano.
La giornata della memoria, per non dimenticare che siamo tutti degli stronzi e che ognuno nel suo piccolo è in grado di compiere grandi cattiverie. Poi in larga scala un dittatore malato di mente si permette di meglio, di più. E quante stragi nascoste e quotidiane, ricordo tutte le vittime con calore.

Culi, non vi farò mai del male - il meno che posso.

Io: la maga del cazzège

...ed è proprio nel momento in cui c'è bisogno della massima concentrazione, quando si raggiunge il climax del ragionamento dopo molti giri mentali focalizzati su un unico punto, che una corrente inversa stride ma appiana la gracchiata di tensione.
La lisciata al contropelo!
Tutto questo per descrivere - resistete, non vi distraete proprio adesso -
la distrazione.

mercoledì 20 gennaio 2010

Libiamo

Oggi il blog festeggia il suo primo compleanno. Cioè, son io che festeggio, lui non se n'è reso conto.
Time flies!

sabato 9 gennaio 2010

Che giornata produttiva, che giornata divertente

I 99 Posse, tornati magicamente in vita: stasera non andrò a vederli, dopo una zaffata di realismo per l'organizzazione della serata.
Spiegare cosa rappresentino per me, non è facile. O meglio, lo è, e parecchio. I 99 Posse sono la mia adolescenza. Lo sono e basta. C'erano solo loro e De Gregori. Il secondo pienava il lato romantico e interpretativo, e gli altri la ribellione.
A distanza di anni senza ascoltarli so intonarne a memoria qualsiasi pezzo. Possiedo tutti i loro CD, fino a La tempesta, un nuovo progetto (i Nous), orfano di 'O Zulù che è durato quanto un toc toc alla porta.
Comprai il primo CD nel '99, anno del loro scioglimento, quasi fatto apposta - colpa di Yoko Ono, avrebbero detto gli Elio e Le Storie Tese - e poi percorsi le pubblicazioni a ritroso.
Porini! Quanta gente li schifava.
Il mio periodo da discman nell'autobus con la discografia novantanovepossiana è durata quasi un quinquennio. Poi basta, voltai pagina. La ribellione era finita, mi ero già tagliata i capelli da tempo.
Se ci penso mi viene un po' di nostalgia. Erano dei gran brutti ceffi e dalle mie parti non li capivano quando cantavano, ma io gli ho sempre voluto tanto bene. Anché perché io li capivo. E perché ero piccina, oggi forse non inizierei mai ad ascoltarli.
E stasera suonano, a più di un'ora di macchina da qui, ma senza Meg. 'O Zulù sarà lievitato negli anni, e forse riproporranno la stessa minestra riscaldata dei successi degli anni scorsi. Forse sarà un raduno di nostalgici dei Centri Sociali, un po' come i sessantenni che vanno a sentire i Pooh, la stessa ricerca identica.
Non mi avrete mai come volete voi!

sabato 2 gennaio 2010

Ancora tu - ma non dovevamo non vederci più?

Buon anno a tutti.

Museini italiani, la disgraziata dietro al bancone che dà anche informazioni turistiche. Il posto è bellino, è tenuto bene, e ti paresse poco, ma è minuscolo, e soprattutto i turisti non si rendono conto di niente. Non si rendono conto che le amministrazioni non possono pagare un custode per il Deserto dei Tartari. Perché oggi è il due gennajo e a te, caro turista incazzato,  sembra che tre persone al giro in questo giorno giulivo siano la norma. No, mio bel turista. Qui non c'è mai un cane, nemmanco randagio. Ma soprattutto ti incazzi perché oggi sei venuto tu, tu in persona, vossia illustrissima.
Ma non appena uno si gira, in mezzo al deserto c'è sempre un fantasma che si porta via il candelabro, il bambinello di legno, addirittura - questa fa ridere - l'altare della chiesa principale. E menomale che le case hanno gli occhi. Per questo si deve tener chiuso. Come spiegartelo senza che tu ti incazzi? Io non credo sia di vitale importanza per te vedere quel cacchio di affresco o camminare col rimbombo in quei locali chiusi. Importante è che al tuo passaggio le porte si spalanchino, che gli inservienti si inchinino, perché tu sei in vacanza e ti pare che ogni posto in cui metti piede in queste sacre ore di svago sia all-included. Che poi da una parte c'hai ragione, l'Italia bla bla si camperebbe di turismo e poi la Toscana e qui e là che bellezza, ma dai sogni alla realtà c'è una bella differenza.
Quindi cosa vuoi? Vuoi lamentarti. Dell'Italia, dei preti, del tempo, della sfortuna, di me che ti sto sulle palle, perché tu sei retto, tu sei giusto, tu sei interessato, sei un grande cultore del Medioevo, bravo. Tzè. Ma non vedi tua moglie che pelliccia s'è messa stamani. Il tuo momento di sfogo e di gloria ci mostra quanto tu sia attento alle problematiche attuali, quanto tu sia disposto a dire la tua e su come tutto vada fatto diversamente. Ma prendi da parte un tuo amico e sfogati su tutto quello che realmente ti preoccupa! Lo dico per te.
In altre parole: finalmente sono riarrivate le tanto attese lamentele dei visitatori. E mi pareva strano. Nei giorni scorsi in realtà non ce ne sono state perché non s'è visto nessuno. Conosco bene questi momenti. Come al solito, la situazione si presenta più o meno così: io che faccio da capro espiatorio e l'altro che si lamenta con la foga di chi sente il potere della rabbia in corpo. Quel fuocherello fatuo in cui uno finalmente si fa sentire. Ah, se mi sentiranno!
Perché intendiamoci, uno non ha mica seriamente voglia di cambiare le cose, ma solo di farsi valere alla prima occasione. Con chi e perché poco importa, intanto ho trovato un altro motivo per essere incazzato. Non certo per colpa mia, è la chiesa che era chiusa, mi sembra un motivo più che valido. Poi ovvio che non tornerà a lamentarsi con chi di dovere, la questione si conclude lì, "Ma guarda te non è possibile! Povera Italia! Dica al parroco che è un cretino! [voci indistinte, la porta si è chiusa]". Poi via si prosegue si va a mangiare come i majali in quel ristorante che ci hanno tanto consigliato.
Buon appetito e buon rientro a casa.