mercoledì 18 dicembre 2013

Conversazioni telefoniche origliate

"Oooh... pronto
Sei ancora a letto? No e siamo qui a Siena... no macché alla fine gni ho preso il coso... il tablets  quello quello bianco si 'iama tipo Gàlazzi so' una semplice come si 'iama
Lì da Trony e c'è l'offerta, centonovantanove euro nzomma me la so' cavata 'on po'o
No, un c'è la simme e va co' internette
Almeno io ho capito 'osì almeno mi si 'ollega anche lì a casa tua inzomma basta ci sia interne
Eh no ancora qualche giorno dura
No scusa m'aveva hiesto questo, il telefono la pleistescion due... no ma fammi 'api'! Quante 'ose vòi?? No unnè un telefono è un tabless!
Ma te piuttosto scusa il telefono un l'accendi mai? Ti 'iamo mi fa sempre Vodafo, Vodafo..."

domenica 8 dicembre 2013

Il raviolo consapevole

Sono tornata jeri da un primo fine settimana di Master in web marketing operativo, mi sono accorta fortunatamente che questa pagina in quanto a potenzialità di vendita di un prodotto è un vero disastro. Ho comunque apportato qualche modifica un po' per esercizio e tartassamento sugli errori nella gestione di un sito, un po' perché ciclicamente giungono momenti di modifica: d'altronde mica sono un marchio che se cambi non ti comprano più.
Comunque inquietudine assurda su come tutti quanti ingenuamente crediamo di restare fuori dai meccanismi della compravendita e della "vera" informazione, solo perché non guardiamo la TV. Continuate a crederlo! Si vive meglio.
Se penso a quanto sbattimento deve fare un SEO specialist solo per tentare far diventare il cliente il vip della ricerca Google mi piglia male.
In tutto ciò, la cosa mi aggrada non poco: se non altro uno è più consapevole di tante cose.
Ho anche trovato il tempo di farmi infamare dall'insegnante, perché ho fatto scivolare in un mio intervento l'informazione che per navigare usassi AdBlock Plus, e ovviamente a lui che aveva speso per pubblicizzare i propri corsi gli è presa la bestia in corpo.

Poi il venerdì sera uno rincasa da chi ti ospita alle 22.30 dopo 5 ore di virtualità e capitalismo e trovi i coinquilini che ti fanno partecipare alla stesura della sfoglia per preparare i ravioli con la zucca come spuntino serale e la cosa aumenta di significato, non fosse altro per il contrasto.

venerdì 22 novembre 2013

Migrazione del Glossario

Il Glossario di Fidücia, dal 2010 circa ospitato in questo blog, è stato trasferito a un'altra pagina. La trovate se cliccate sul link in alto, oppure da questo post semplicemente pigiando questa scritta evidenziata.

Ciao

venerdì 4 ottobre 2013

Sentirsi giovani in 3 secondi #2

In fila dal dottore

- "Ciao! Allora, hai finito la scuola?"
- "Sì sì"
- "E ora che fai? Ti iscrivi all'università?"
- "Veramente ho finito anche quella... mi sono immatricolata nel 2004"

sabato 27 luglio 2013

L'altro lato della Renfe

In questi giorni di pellegrini (che poi chi ci dice che stessero tutti andando là per San Giacomo) schiantati a 190 all'ora nella curva vicino Santiago, mi è tornata in mente una mia esperienza con la Renfe, che, com'è facilmente intuibile, si è conclusa in maniera più rosea. È un semplice episodio che però ricordo ancora con affetto.

Ero andata, durante l'anno dell'Erasmus, a Madrid a trovare la mia ex coinquilina spagnola con cui avevo vissuto a Siena. Dovevo tornare a Poitiers e lei mi prenotò una cuccetta della tratta Madrid/Parigi. Intanto le condizioni del vagone letto erano molto meno animalesche dei treni notte italiani: vere lenzuola, veri cuscini, ambiente pulito e luminoso, spazzolino, dentifricio, saponetta.

Albano Carrisi cantante
Signore che cantano
A Valladolid entrò una signora che assomigliava ad Albano Carrisi (e questa caratteristica è comune a molte signore anziane... pensateci! Ognuno di noi conosce la sosia di Albano), di iberico piglio e con una valigia talmente grossa, un baule così voluminoso che non passava dalla porta della cuccetta.
Si mise a raccontare la storia della sua vita, che era rimasta vedova senza figli e ora poverina anche la sorella emigrata a Parigi aveva perso il marito, e lei si trasferiva in Francia per due o tre mesi a farle compagnia. Il suo pensiero, però, spesso tornava al suo bagaglio, lasciato fuori come una persona troppo piccola all'ingresso di una giostra di Mirabilandia. Ogni poco apriva la porta e controllava che nessuno le avesse rubato il fardello. A un certo punto sono passati nel corridojo due ragazzi di colore, e allora che vuoi, ha chiamato il controllore.
Il controllore è venuto per capire quale fosse il problema e lei ha fatto presente che le porte erano troppo piccole e la sua valigia si trovava in balìa di estranei. Il controllore giustamente le ha chiesto "Ma ci sono oggetti di valore al suo interno? Se sì li tolga e li porti dentro" e lei "No no, ci sono solo vestiti e roba da mangiare" e lui "Eh allora signora cosa vuole che le dica! La prossima volta le converrà portare un bagaglio più piccolo! Io di certo non posso stare qui a guardarle la valigia!". Fra lo scocciato e il sottomesso, la signora tornò fra noi. A una cert'ora decidemmo di comune accordo, fra tutti gli occupanti dello scompartimento, che fosse tempo di spegnere le luci e metterci a dormire. Poco prima di addormentarci, da stesa la signora ripeté "La mia valigia, speriamo bene".
Poi io sono uscita che era ancora notte, visto che era una fermata intermedia.


domenica 21 luglio 2013

Indovinello estivo


Potete lasciare la soluzione nei commenti. 
Il primo che risponde bene vince a sue spese un volo Ryanair verso una città che chissà in che stato sarà

mercoledì 3 luglio 2013

La sindrome da eBay

La sindrome da eBay è quell'impulso di volersi disfare lucrosamente di oggetti a cui non teniamo, rimanerci male se nessuno fa offerte, e alla prima offerta pentirsi di aver messo all'asta proprio quella cosa. È proprio tutta una questione di possesso.

sabato 1 giugno 2013

È stato un abbaglio

Anche oggi mi sono detta Diamo uno sguardo sulle novità del TFA di quest'anno (per chi non lo sapesse: Tirocinio Formativo Attivo, ossia uno stage a pagamento - sui 3000€ - che ti permette, previe prove di accesso assurde e discutibili, di ottenere l'abilitazione all'insegnamento e quindi l'accesso al prossimo concorso per entrare a scuola di ruolo, chissà in quale secolo). Erano cominciate a girare voci sul fatto che anche per il 2013-2014 avessero messo in moto il carrozzone spennapartecipanti pronti a sottoporsi a una scrematura arbitraria che richiedesse competenze diverse da quelle che un docente dovrebbe poi avere in classe.     Insomma, prima sembrava che ci si potesse iscrivere fino al 4 giugno, poi avevo letto di una proroga al 15 (ringraziando per il largo anticipo con cui avrei potuto ripassare tutta la letteratura francese dall'uomo della pietra a quello che si spara in cattedrale perché contro i matrimoni gay). Indi ho cercato sul sito del MIUR dove fossero queste fantomatiche iscrizioni online, poi sono andata sul sito dell'Università dove intendevo sottopormi alle prove del caso, una delegazione ha chiesto infine di persona in segreteria se fossero aperte le iscrizioni del TFA e non ne sapevano nulla. Il niente!
Con una certa pignoleria, ho capito oggi che il TFA quest'anno non è "ordinario" come l'anno scorso, ma è "speciale":
Per coloro che, invece, non hanno superato le prove di accesso nel TFA ordinario, o non hanno ritenuto opportuno parteciparvi, ma che hanno insegnato nell’ambito disciplinare prescelto per almeno 180 giorni consecutivi, senza interruzione e che hanno maturato ulteriori due anni consecutivi anche in ambiti disciplinari diversi, potranno utilizzare il canale del TFA speciale. Quest’ultimo a differenza del primo è composto da 41 CFU anziché 60 e non prevede il tirocinio diretto nelle scuole. (fonte: http://www.tirocinioformativattivo.it/1/news_2556511.html)
Per cui io ho perso il treno, e secondo me posso anche considerare che hanno messo la bomba alla stazione.
Ma dico io: ma ci vuole tanto a dire Ragazzi, ci dispiace: per i prossimi 20 o 30 anni assorbiremo i 185.000 precari della scuola, per cui se vi va di aspettare e andare a lavorare nei campi nel frattempo bene, altrimenti ciao.
Che ci vorrebbe ad assorbire man mano tutti 'sti cristi che hanno pure l'esperienza per fare questo lavoro e si trovano anche a lottare con i nuovi arrivati? Non si possono creare eserciti di frustrati senza certezze, lo Stato dovrebbe dare a un insegnante il più possibile le condizioni di mantenere un equilibrio psichico, perché ne dipende né più né meno il futuro della nazione. Assorbite tutti, lo sai come sarebbero contenti, poi quando avete finito la gente in fila, fate un cacchio di concorso all'anno per assumere il personale che sostituisce i docenti che vanno in pensione, pratica del tutto ordinaria altrove nel mondo.
Come al solito, in Italia è preferibile alzare polveroni, lasciare tutto il più nebuloso possibile, almeno non si vedono le manovre dietro. Ma mica siamo tutti scemi. Solo che, in questo paese, anche le persone più intelligenti hanno bisogno di rimanere illuse.

giovedì 30 maggio 2013

Qualcosa di cui non si è potuto mai parlare

È arrivato il momento: jeri sera ho finito di leggere Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Non è che le ho proprio finite; ancora devono uscire due romanzi (che se Mondadori riattua la stessa pessima scelta editoriale, per continuare la saga in italiano dovrò comprare almeno quattro libri. Siccome ha letto tutti e dodici i libri anche il mi' babbo, per forza di cose ho preso il romanzo in italiano).
Sinceramente non mi era mai capitato di imbattermi in una saga che non fosse ancora conclusa, normalmente spolpo le cose quando sono già tutte là pronte, sennò mi sfastidio ad aspettare.

Mi sembra di avere iniziato tipo il novembre scorso, quindi erano ben sette mesi che leggevo la stessa vicenda, a tutt'oggi non conclusa. Se ci penso non ci credo: eppure la storia prende il lettore eccome, sono indecisa se classificarla letteratura di consumo o no, da una parte sì, perché Martin allunga il brodo per scrivere più libri, e da un'altra no, perché comunque le sfaccettature psicologiche dei personaggi sono rese molto bene e in modo per niente banale. Diciamo che l'autore rivolta il lettore come un calzino, perché cambi sempre opinione sulle vicende, basta focalizzarsi da vicino su qualcuno che giudicavi in un altro modo quando lo vedevi da lontano. Alla fine dei salmi la realtà di Martin è una: il bene e il male non sono distinguibili, e che l'unica cosa che conta per l'uomo è il potere. Poi è logico, vai avanti perché vuoi sapere cosa succede. Fra l'altro è una bella spesa: all'incirca sono 4800 paginate di carta stampata, quindi se non siete motivati non vi consiglio l'investimento.

Da questa saga stanno ricavando una serie che dicono di successo, che si chiama come il primo romanzo, Il Trono di Spade, o Game of Thrones, che ho iniziato a guardare tardi perché non volevo disturbare la mia immaginazione e che ha messo un po' di tempo per convincermi. Quello che non capisco è quando mai finirà la cosa: ancora la vicenda è in cantiere e secondo me combineranno qualche casino.

Il problema fra serie e romanzi è che fra gli appassionati del genere l'argomento era tabù: se ne parlava perché non ce la facevi a farne a meno, ma non se ne poteva parlare perché gli eventi sono talmente ingarbugliati che non sai più in che successione sono accaduti; insomma, ogni volta che veniva fuori l'argomento mi sono beccata delle belle spoilerate involontarie.

Oggi ho provato a intavolare la questione col mi' babbo, che ha finito di leggere mesi e mesi fa, gli ho detto "Uè, jeri sera ho finito La Danza dei Draghi! ma secondo te - spoiler -?" "Ma chi?" "Dai, come chi! - spoiler -!" "Ah boh non mi ricordo". Di bene in meglio. Non se ne parlerà mai, credo.

mercoledì 22 maggio 2013

Suppone Pereira - post su post

Tema - Ci sono cose vere e cose supposte... Se le vere le mettiamo da parte, le supposte dove le mettiamo?

Svolgimento

Suppongo che la linea di demarcazione fra la supposizione e la verità sia l'esistenza di una prova.
Dal momento che tutto ciò che vediamo, percepiamo, ricordiamo, comunichiamo, passa inevitabilmente  da un filtro, che è la testa di ognuno, si può supporre che le verità siano tante quante sono le teste in grado di formulare ipotesi e di ricercare prove a favore della stessa, come sto facendo in questo esatto momento.
Ma è anche presumibile che con questa idea ciascuno possa a proprio favore imporre delle verità mediante l'uso della forza. Proprio per questo sono state inventate delle convenzioni sociali, a partire dall'alfabeto ai numeri passando per la Costituzione, a cui aggrapparsi nel cercare e provare una verità condivisa. Se poi tutto ciò sia un'imposizione, che ce l'abbia data la Storia, che ce l'abbia data la Ragione, che ce l'abbia dato il fatto che tali convenzioni siano state un incentivo alla sopravvivenza poco importa. Senza di loro, non starei qui a parlare di verità e supposizione.
In altre parole, grazie a tali convenzioni si può affermare che le verità le mettiamo da parte, e le supposte...

Che poi volevo anche dire che c'era qualche tempo fa quella pubblicità imbarazzante di supposte che si chiamavano Eva Q, dove una tizia richiamava chiaramente Eva Kant (e qui rientra in gioco la filosofia). E c'era questa animazione 3D di come si somministra che veniva puntualmente trasmessa all'ora di cena.

E poi vorrei anche polemizzare contro le guardie mediche corse: pur essendo già stato inventato il paracetamolo, nell'estate 2001, al mare, per combattere un febbrone a 40 misto a raffreddore mi furono prescritte delle suppositoires. Al mentolo.

venerdì 17 maggio 2013

Un post sul post

Vedi, prima che mi fosse richiesto su ordinazione un post sul post pensavo che "post" venisse dal latino ("dopo") e stavo facendo piroette mentali per trovare una giustificazione etimologica alla cosa. Ma come al solito è inutile complicarsi la vita, e allora perché non dare libero sfogo alla curiosità telematica e scoprire che in realtà deriva dall'inglese "to post"? Nel senso di inviare, spedire? Ci sono un po' rimasta male, a essere sincera. La posta, insomma. Un post, nel linguaggio informatico, è qualcosa che si invia al server e poi un amministratore provvede a pubblicare. Un post dovrebbe essere comunque un'informazione semplicemente spedita e pubblicata, previo controllo di un terzo, su uno spazio accessibile a tutti come un forum o un blog. In questo caso, credo che blogger dia per buono tutto, e si pubblica la cosa in automatico. Anche i commenti sono dei post, ognuno è autore di post, non solo chi si frega di una url, i post sono, in poche parole, tutto ciò che un utente "pubblica" in maniera appunto "pubblica". Le e-mail non sono dei post, per capirsi. Ma anche lì c'entra il linguaggio della posta.
In italiano esiste poi (o poscia, che deriva dal post latino di cui sopra) il neologismo "postare" che significa "pubblicare qualcosa su internet", la cui cosa è quantomai generica, al giorno d'oggi. Interessante sarebbe sviluppare il discorso sul fatto che in italiano i neologismi verbali sono tutti della prima coniugazione in -are, perché più regolare e linguisticamente, su scala mondiale, si va verso la semplificazione. E allora mi viene da dire che sono moderna se non mi sono voluta complicare la vita e ho cercato il significato di "post" su internet, perché più veloce di: alzarsi, andare alla mensola, tirare giù il vocabolario di latino, cercare, aspettare, farsi venire un'idea prendere il dizionario di inglese e poi basta perché non ho un manuale di informatica e con gli strumenti analogici finiva lì. Di sicuro il risultato sarebbe stato più fantasioso. Il problema è che con tutta questa comodità il cervello si adagia  e un giorno solo pochi riusciranno a capire le cose complicate e di ragionamento. Aspetta però, ora che ci penso è sempre stato così. A volte si fanno polemiche per il gusto di.

Se uno dice post, mi vengono in mente anche: il post-it (un bizzarro imperativo, ricollegandolo al discorso di prima non capisco dove si invii... lo invii al server del frigorifero e poi l'amministratore della casa lo pubblica?), i postumi della sbronza, il post nel senso del sito, il post-mortem (andate a vedere questa simpatica galleria e dormite sereni), il postmodernismo e ovviamente il

Post scriptum: 
Se io ho questo nuovo media, la possibilità cioè di veicolare un numero enorme di informazioni, in un microsecondo, mettiamo caso a un abboriggeno dalla parte opposta del pianeta, ma il probblema è: abboriggeno ma io e te, che cazzo se dovemo di'?

Cercando su Google Immagini un'immagine per "post", ho trovato anche questo gatto che si rifa le unghie su questa colonna scapitellata, e mi è sembrato giusto postarla

mercoledì 15 maggio 2013

Non vi spaventate

Stasera dopo aver visitato dei siti come http://www.sweden.se/eng/Home/Work/Move-to-Sweden/http://www.internations.org/denmark-expats/guide/moving-to-denmark-15612 così, in un mero atto immaginativo di come potrebbe essere la società civile, eppur trovandomi sempre nella mia stanzetta, ho avuto la brillante idea di rimodernare un po' il blog.
Se poi vi scriverò ancora, visto che sto mollando la presa, è un altro discorso. Incoraggiatemi, datemi qualche post su ordinazione.
Il problema è che meno si pubblica e più si prova vergogna.

domenica 28 aprile 2013

Dice il saggio

Chi chiama al fisso alle 9 di domenica mattina sta aspettando di telefonare almeno dalle 7.

lunedì 4 marzo 2013

Tips for foreigners in Italy # 2 - Politics

We are asking ourselves the same questions, but a foreigner can barely understand the rational behind the irrational.

domenica 3 febbraio 2013

Sentirsi giovani in 3 secondi

Tabaccheria della stazione.

"Buonasera... avete le cartine OCB bianche?"
Il tabaccajo mi guarda con fare sospetto e mi dice "Ma 18 anni ce li hai??"
"Sì sì, ce li ho, a dire il vero ne ho 27. Comunque non si preoccupi, lo prendo per un complimento"

venerdì 1 febbraio 2013

Convincimenti

Una volta per studiare accendevo sulla scrivania una candela che fra me e me chiamavo "la candela della conoscenza". Non so come mi fosse venuto in mente questo stratagemma per cui è facile rendersi ridicoli; fatto sta che la accendevo in momenti di svogliatezza totale, e se cercavo di distrarmi la guardavo pensando che il fine ultimo di tutto quello era qualcosa di importante, qualcosa di antico e trasmissibile. Questo succedeva in una testa profondamente idealista che guardo con un po' di derisione. Ora però i tempi sono cambiati, e al posto della candela della conoscenza mentre scrivo la tesi accendo la lampada a lava, quella con le bolle, la stessa che ha Desmond di Lost nella botola, per capirsi fra noi del campo. Il prossimo passo probabilmente sarà un cartello a LED con la scritta lampeggiante "Aperto".
A parte le fricchettonate della conoscenza e del sapere (visioni che ho largamente ridimensionato, e che possono esser tirate fuori dopo 7-8 bicchieri di vino), credo in fin dei conti che qualcosa non sia cambiato: il mio profondo bisogno di ipnotizzarmi.

martedì 29 gennaio 2013

Dopo

TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? tu cosa vuoi fare dopo? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? TU COSA VUOI FARE DOPO? 

lunedì 14 gennaio 2013

Tips for foreigners in Italy #1 - Cappuccino

© Martina Sandrini, Un altro cappuccino? 
I usually write my posts in Italian, but this time I'll do it in English because I want my message to be as widely understandable as possible. It's just like the translation of the restaurant menu. You understand, you eat. 
I adress to the foreign visitors of this blog and to the foreign visitors of my country (not that I think that this blog has many foreigners in its readers, but I'll do it just in case). So, this column's aim is to give tips for a better short or long cohabitation. It's made for those who are in Italy, planning to come, or have been and are now regretting their mistakes. It won't be a sterile complaint among Italians. It is just a way not to have a big sign on you that says Foreigner.

Yesterday I was talking to a friend of mine about a strange phenomenon we all notice. I'm referring to a simple foreigners' habit that has been upsetting Italians for decades. It happens when they see foreign tourists order cappuccino in the afternoon, in the evening or even - that's the worst thing of all - during a meal. 
So please, don't think that we drink cappuccino all day long: after 11 a.m. it is not culturally acceptable to have one (11 a.m. referring to a late breakfast). And don't you think that just by having a cappuccino anytime you're going through a path of cultural integration. Please order your cappuccino in the morning considering that CAPPUCCINO IS A BREAKFAST DRINK and nothing more. They'll serve it later if you ask, but everybody will probably think that that's ridiculous. The barman, the waiter, and even passers-by.

Tip: If you like the taste of milk and coffee, you can drink a caffè macchiato (coffee with a bit of milk). This, being a subtype of coffee, is accepted as a all-day beverage. And, of course, we also drink tea if you prefer. 
If you feel that the amount of caffeine in your body is reaching worrying levels, do ask for a "decaffeinato". Same taste, no caffeine (they say).

Sincerely.

Avvertenza per il futuro

Bolle in pentola su questo spazio trito e ritrito una rubrica dal titolo "Tips for foreigners in Italy". Ho deciso di iniziare il 2013 con meno lamentele e più azioni. Tutto è partito da una chiacchierata di fronte a una piadina. Siccome chi mi conosce e/o legge i miei post da un po' sa quanto possa essere spietata con i turisti e gli stranieri in generale che si aggirano per le strade, nei negozi, per i bar, nei musei, una storia da odi et amo, ho preso in mano la situazione e pubblicherò dei suggerimenti per affrontare quotidianità culturali senza fare gaffes. Saranno direttamente rivolti a loro, così se per caso qualcuno ci incappa uomo avvisato. Poi uno è libero di farsi prendere in giro ugualmente. Magari non hanno avuto modo di informarsi. Anche se, per il bacino quasi nullo che tocca 'sto blog la cosa rimane perlopiù ideale ma non si sa mica mai. Insomma per farla breve ho scritto questo avviso perché i post della rubrica saranno in inglese così da rendere effettivo il fortuito intento. Mi sembrava giusto dirlo perché a me sarebbe venuto in mente un "Ma questa che fa?". Saranno poi graditissimi segnalazioni e suggerimenti, perché chi suggerisce ha bisogno di suggerimenti più degli altri.

E poi sarei più grata che qualcuno mi desse consigli su come comportarmi che su quali monumenti andare a vedere, quando viaggio. Magari anch'io sbaglio e non lo so.

Sarà che vorrei viaggiare e invece so' zavorrata qui. Tant'è! Buenas noches muchachos!