domenica 28 marzo 2010

Babbo, ce li hai 10 €

Esiste più di un modo per sentirsi giovane. Qullo più eclatante è di sicuro essere giovane e far combaciare le sensazioni con la realtà dei fatti. Non c'è soddisfazione più grande. E la soddisfazione fa ringiovanire. Sai che bello pensarsi giovani ed esserlo effettivamente, c'è chi lo sa e chi lo ricorda. Perché puoi sentirti giovane quanto ti pare, ma se hai 75 anni non prendermi in giro, perfavore. L'età non è un impedimento, sia detto per inciso. Soltanto che sentirsi giovani in genere fa stare meglio che sentirsi vecchi e sentirsi vecchio ed esserlo veramente non comprende la consolazione di avere almeno il corpo dalla tua.


Come faccio io per sentirmi giovane? Dimentico il borsello da un'altra parte!
Non posso votare, non posso guidare, non ho soldi da spendere. Non posso provare di essere iscritta all'università, non posso acquistare - per dire - voli su internet. Dipendo per un tempo determinato dai miei genitori e il mi' babbo mi compra anche le sigarette. Più giovane di così.



giovedì 25 marzo 2010

En veux-tu, en voilà

Volevo fare tante cose volevo! Volevo scrivere qualcosa di dettagliato con la foto esplicativa ma non ce l'ho fatta, la Noi Wind Sms mi ha tolto la facoltà della sintesi e ce ne erano troppe.
Quindi ho deciso che chi vuole si va a vedere le foto con meno violazione della privacy possibile del viaggetto Stoccolma e Finlandia, con commenti annessi e tutti gli altri ne han trentuno. 
Non tutte sono mie, va detto per correttezza, alcune sono della mia amica, che per comodità chiameremo Letizia. 
Moi moi!

Stoccolma
Finlandia (Turku e dintorni, Tampere)

lunedì 22 marzo 2010

Giù dal nord

I'm back!
A presto con un reportage documentato. Fatemi solo caricare le foto sul computer, il che richiederà diverso tempo. Per ora posso solo dire che in Finlandia durante i cinque giorni di permanenza ho visto ridere solo un autoctono, e forse era ubriaco.

giovedì 11 marzo 2010

Parole sante

Mettez-vous au premier rang s'il vous plaît. Ici, oui. D'emblée la mise en branle de l'activité héroïque....il ne reste pas moins que la captatio benevolentiae du lecteur - et vous allez à la page 487 de votre édition -, au début du deuxième paragraphe vous y êtes? Vous y êtes tous? Mais dites-moi oui s'il vous plaît! C. vous l'avez trouvé? Au milieu de la page Ah non excusez-moi je me suis trompée allez à la page...non bon c'est pas grave. Et vous la prenez en dictée, je la lis, je la traduis et vous la prenez en dictée. C., vous y êtes? Pardon?! Oui? Il y a un problème? Si vous vous taisez pour moi ça veut dire que vous avez tout compris.
Et vous soulignez trois fois.
Il faut que vous perceviez l'ironie de certains passages du texte. Ça, il faut que vous le sachiez presque par cœur. Il faut que vous le perceviez, c'est une question de style. C'est ça la littérature. Est-ce que vous me comprenez? Il faut quand-même faire un effort et renoncer à un peu de plaisir pour obtenir la justice et la vérité.
 
In fin dei conti, so che mi mancherai.

domenica 7 marzo 2010

Giuro, dico questa e vado a letto.

Guidavo e
Mentre guidavo riflettevo
Riflettevo sulle nuove generazioni su di giri al giro la sera - bande di ossigenati scalpitanti con la techno nel cellulare dall'altoparlante malauguratamente troppo alto - e su quelle in greggi che fanno le fighe e mi chiedevo
Mi chiedevo dove fossero finiti i giovanotti un po' fricchettoni, i protoalternativi che sono ancora dei tarocchi ma che celano le potenzialità per poter diventare un giorno degli originali e ragionavo
Ragionavo che da giovini io e le mie amiche non è che non facessimo le fighe per scelta, ma perché non sapevamo ne esistesse l'opzione (e forse non lo sappiamo neanche oggi) mi sono girata allo svincolo e ho visto
Ho visto la luna fluttuare all'orizzonte, e mi spostavo
Mi spostavo e quella saliva spiandomi enorme, una calamita arancione su un cielo colata di ghisa e ho pensato
A Leopardi.

Poteva andar peggio.

mercoledì 3 marzo 2010

Longtemps je me suis couché enhorabuena

Se c'è una parola che in castigliano proprio non sopporto è ¡enhorabuena! (congratulazioni!). 
Non solo non rende minimamente la felicità di chi fa l'augurio, ma sembra al contrario che il termine racchiuda un certo non-so-ché di sfottò. 
Hai fatto qualcosa? ¡Enhorabuena! Della serie: alla buon'ora, volevo vedere se ci riuscivi anche te o se saresti rimasto indietro come l'ultimo degli imbecilli. 
Mi risuona alle orecchie un qualche presentatore di TVE che non faceva altro che congratularsi, prendendo, da quanto le mie strutture cognitive potessero decodificare, per il culo tutti quanti.
Poi un giorno scriverò anche qualcosa che interesserà tutti.
 
Congratulazioni. Sei stato promosso da "tipo normale" a "tipo normale che è qui già da un po' di tempo"
© Randy Glasbergen