venerdì 24 giugno 2011

L'autorizzazione della CEI

"Io voglio essere come l'oro
a bagno nel fiume
disteso
con qualcuno che mi venga a prendere col setaccio"
disse
e io dissi "Se vuoi, puoi scriverci una poesia"
e mi rispose "Sié, stai fresca"
Allora mi son detta 
e gli dissi che ne avrei scritta una io
in cui raccontavo del fatto che avrebbe dovuto scrivere una poesia
sull'oro e il setaccio
Previa autorizzazione.







giovedì 23 giugno 2011

Uns tomam éter, outros cocaína. / Eu já tomei tristeza, hoje tomo alegria.

Tarsila do Amaral
Sto sempre lì a scassare le balle co sta Francia, Francia, Francia, cambiamo continente e andiamo in América do Sul. Vive la France e vive Breton e vive chi cazzo vi pare, ma c'è da dire che anche il Brasile ha avuto i suoi prodi avanguardisti, dai cognomi uguali senz'esser parenti Oswald, Mário, Drummond de Andrade, e dalle idee ironiche - notevole il Manifesto Antropófago, adoro (si auspica un superamento della società occidentale mediante il cannibalismo della stessa, riferendosi ad alcune tribù indigene che lo praticavano per assumere le virtù del nemico o di defunti membri preminenti della comunità. A seguire, la conseguente digestione per il raggiungimento di un nuovo prodotto). Per i miei colleghi di portoghese questa è roba trita e ritrita, ma tant'è che ci devo fare un altro esame. Assicuro che c'è gente che non ne ha mai sentito parlare. Mi son detta scriviamoci due cose, oltre che parlarne nei corridoj. 
Insomma, l'avanguardia non è tutta Antropofagia e Pau-Brasil (poesia di esportazione. Ironicamente il pau-brasil, legno rossastro con cui si costruivano le navi, è il primo prodotto che i portoghesi si sono accaparrati e che ha dato pure il nome al paese), le sperimentazioni sono varie, così come le persone e i movimenti. 
Soprattutto un fatto mi ha fatto dispiacere, nel libro di quella biblioteca sudaticcia fra i titoli di coda c'era il povero Manuel Bandeira, con questo cognomino bandierina che a quanto m'è sembrato di capire era pure tisico, malaticcio (tisico tisico I wanna get tisico), che secondo me non ha sfondato perché per primo sentiva addosso un grave complesso di inferiorità. E invece ghighi, m'è venuto subito da segnarmi le sue poesie. In nome dell'associazione "Salviamo Manuel Bandeira da quei capitoletti tipo Altra gente di cui ci importa poco per questo messa tutta insieme in quest'ultimo capitoletto" propongo la sua Pneumotórax, con traduzione [mia].

Manuel Bandeira
Febre, hemoptise, dispnéia e suores noturnos.
A vida inteira que podia ter sido e que não foi.
Tosse, tosse, tosse.

Mandou chamar o médico:
- Diga trinta e três.
- Trinta e três... trinta e três... trinta e três...
- Respire.

- O senhor tem uma escavação no pulmão esquerdo e o pulmão direito infiltrado.
- Então, doutor, não é possível tentar o pneumotórax?
- Não. A única coisa a fazer é tocar um tango argentino.

[Febbre, emottisi, dispnea e sudori notturni. / Un'intera vita che avrebbe potuto essere e che non fu. / Tosse, tosse, tosse. / Fu chiamato il medico: / - Dica trentatré. / - Trentatré... trentatré... trentatré... / - Respiri. / - Lei ha una caverna nel polmone sinistro e il polmone destro infiltrato. / - Allora, dottore, non si può tentare il pneumotorace? / - No. L'unica cosa da fare è suonare un tango argentino.]


venerdì 17 giugno 2011

Si vous ne trouvez plus rien, cherchez autre chose

I giorni si susseguono, uno dopo l'altro, come quelle carovane di macchine alle porte di Parigi, così tanti clacson e frecce assassine da cancellare quasi la calma ovattata di vapore acqueo bretone. 

La Ciotat - © kda.design
Si va avanti e si aspetta, seduti con un piede pronto allo scatto, con l'attesa paziente e organizzativa alla bell'e meglio e non nervosa; si finirà di vivere con la valigia alle calcagna (ce ne sono 3 aperte in casa mia) e cercare una stabilità annuale nel sud del nord.

Non chiedo niente, chiedo una lavatrice in casa, un supermercato vicino e una bici col cestino. Il resto verrà da sé; non ascolterò più pareri e faccio quello che mi spetta come mi pare nei limiti del possibile.

Fuggo dalle cazzate, me ne inventerò altre e la gente troverà in me nuovi pregi e nuovi difetti, per ora chiudo a tentoni e a scossoni un ciclo che ho già mentalmente terminato.

Prenderò una nave o un bus o un treno o tutti e tre, mi perderò all'inizio e mi annojerò di quel che avevo smarrito. Vedrò gli stessi posti di cui sentirò inizialmente l'esigenza di prendere in foto, darò il nuovo indirizzo di casa agli amici qua e là, verranno a trovarmi e rientreremo per cena con le scarpe piene di sabbia. 

Mi verranno in mente nuovi progetti al primo o all'ultimo minuto.

Per ora domattina lavoro, ed è un bene.

mercoledì 8 giugno 2011

Méditerranée

Mi è stato chiesto di tornare a scrivere, e torno a scrivere scrivendo del fatto che mi sia stato chiesto di tornare a scrivere. Quante bozze ho da parte, ma mi accorgo sempre che sono cose che in realtà non voglio pubblicare perché sarebbe un controsenso, parole che scrivo per me e basta (se già tutto ciò che schiaffo qui non fosse abbastanza autoreferenziale). Questo blog non è mai stato a proposito della mia vita intesa come fatti appartenenti al mondo quantificabile, anche perché la vita quantificabile mi ha sempre messo un po' di ansia... ma in definitiva nei momenti frenetici e di schematizzazione, organizzazione (e successo), rinsavisco sempre un po'. Ho assisito alla rinascita dell'umore, in qualche senso sono evoluta ringiovanendo.
Per ora... dico che le cose vanno per il verso giusto, poi tornerà la bonaccia, un giorno.

La Camarde qui ne m'a jamais pardonné d'avoir semé des fleurs dans les trous de son nez me poursuit d'un zèle imbécile...


Pauvres rois pharaons, pauvre Napoléon, pauvres grands disparus gisant au Panthéon, pauvres cendres de conséquence... Vous envierez un peu l'éternel estivant qui fait du pédalo sur la vague en rêvant, qui passe sa mort en vacances.
(Georges Brassens, Supplique pour être interré à la plage de Sète, 1966 )