domenica 14 giugno 2009

Stucchevolezza rifinita

Hp:
Giusto, giustissimo; mi hanno ricordato oggi che ho dimenticato di descrivere lo stucco in quanto rifinitura. Uno si mette lì, fa il grosso del lavoro, poi rifinisce.

Ora. Le rifiniture senza una base sono insensate, se posso permettermi di nominare il sig. Senso. Contorno, dettagli. Esempio pratico: una macchina senza Arbre Magique va lo stesso, e l'Arbre Magique da solo, per contro, è disgustoso. Puzzolente, putrido, allergenico, scabramente vellutato. Di più: con l'Arbre Magique non puoi andare a fare la spesa. E non puoi farci neanche l'albero di Natale. Se ti piace darti un'aria da alternativo, invece, sì. Anzi, ora che ci penso a dicembre farò di tutto affinché in casa aleggi un simpatico olezzo di pino silvestre.

I dettagli da soli sono spesso eliminabili. Se poi stanno a completamento di un corpus più grande, ne possiamo parlare. L'importante è che questi dettagli a rifinitura non sostituiscano la parte più significativa dell'opera, che non saltino troppo all'occhio - o al naso, se Alberi Magici (lecci?). A me piacciono i dettagli, li ammiro proprio perché si nascondono e se celati volontariamente diventano un orgoglio.

Mi chiedo perché a volte lo stucco, secondo la mia analisi precedente - se inteso adesso come rifinitura e dettaglio - non si celi anch'esso dando un effetto di insieme che non stoni e non ci accechi con i suoi colori da Stabilo Boss che brilla anche al buio. Lo stucco non è più rifinitura quindi perché irrompe, violento, nella vita di tutti i giorni e ci ri-sfinisce con le sue inutilità.

Th:
MEGLIO UNA MACCHINA SENZA ARBRE MAGIQUE, IN DEFINITIVA.

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