Ecco riassunta in una foto la mia terra. O almeno questo è quello che piace pensare a chi non la conosce per niente.
Cosa cerca l'ammerigano o più in generale il biondo paonazzo con poca vitamina D sviluppata in corpo quando approda all'aeroporto di Pisa e poi si dirige tronfio presso l'alloggio prescelto via internet? L'agriturismo. È un sogno, mi hanno detto che in Nord America andare in Toscana in agriturismo è il non plus ultra del lusso, una roba tipo per noi raccontare di Sharm-El-Sheik (...). Sì che bello pensa potremo provare l'emozione di tornare a quel mondo arcadico e rurale fatto di covoni di paglia e concimaie a cielo aperto. Cosa c'è di meglio? Poi sì c'è la piscina, ma son pur sempre vacanze. Pensa! Faremo finta di fare la vita dei contadini senza alzare un dito, sarà come quelli che vanno a fare la guerra per gioco.
Di agricolo c'è solo il paesaggio, che più o meno in tutta la regione si cerca di mantenere da cartolina. Ma per gli altri eh mica per noi. Non è stato deturpato dal "progresso" grazie ai turisti. È confortante questo punto di vista? Come al solito, le intenzioni non sono nobili.
La Toscana è una grossa baggianata. Ormai trovare il tipico è talmente difficile che negli altri posti ci accusano perfino di non avere un dialetto (e anche qui trovo da ridire: semplicemente il nostro dialetto ha fatto carriera ed è diventato l'italiano. Ma non scadrò in tali polemiche). Che poi i pugliesi ci vengono a dire che il nostro olio è leggero, troppo. E grazie, è stato modificato negli anni secondo i gusti degli stranieri, quello che facevano i miei trisavoli mica era uguale.
Agri-turismo. Agri-profitto. Dal primario al terziario senza passare dal via. Casolari stuccati, camere in affitto, cordialità del proprietario dall'inglese stentato che ti dà pure una mappa della zona concessagli gentilmente dall'APT della provincia.
Uuuuh arriva l'alta stagione, via a metter fiori sui davanzali, sennò quelli arrivano e gli pare spoglio, magari non era come se lo immaginavano. Ma secondo voi la mi' nonna si metteva lì a rifinire col cotto per fare una cosa "tipica" o più verosimilmente andava a zappare e a togliere le erbacce smadonnando delicatamente (aveva pur sempre prestato servizio a Roma in casa di signori, da giovane)? Io credo che badasse più ai conigli e alle galline che all'etichetta. E quella sì, era Toscana, dove uno straniero col cavolo che entrava in una proprietà. A vedere se il contadino gli tirava due pallinate col fucile. Poi qualcuno ha avuto la grande idea di aprire la porta al forestiero e di tirare fuori prosciutto e popone. Il contadino, scarpe grosse e cervello fino, si è affinato le scarpe senza ingrossare il cervello. Gli garba all'americano questo cipresso, gli garba la collina...so lovely.
€€€€€€€€€€!!!
Per carità: è ovvio che piaccia, è tutto splendido. Quando torno da un viaggio mi si stringe il cuore ogni volta che si mette la freccia a destra per uscire dal casello. Ma possibile che ci si voglia illudere che siano cose reali, tipiche? Non si vede che è tutto un grosso set, nel momento in cui ti chiedono soldi?
Riempirsi il cuore, lecito. Ma mi irrita, lo stesso. Siamo il sogno esotico dei ricconi che i campi non li hanno mai visti. E spesso neanche noi che ci abitiamo, ma facciamo finta di sì.
Perché tutti pensano di conoscere queste colline, e non c'hanno capito niente. Solo chi ne è stato abbracciato da piccolo e rimproverato qui da vocali a seconda aperte e chiuse a gran voce può.
3 commenti:
BRUSCETTA!!!!
Sono gusce di un popone che non può più tornare.
Bona, io vado a letto, Elle Effe Céline domani mi allieterà con la sua ilarità gioviale, che, si sa, lo contraddistingue fra i romanzieri del novecento.
Poi è ovvio, mi ha anche fatto fare enormi risate.
cmq mi è garbato tutto quello che hai scritto, e bisognerebbe rammentarlo a qualcuno che una volta con il lardo di colonnata ci si puliva le scarpe e la pasta di fagioli non era un piatto così nouvelle cuisine come oggi trovi a 10 euri nei ristoranti...un mi fa continuà
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