sabato 10 ottobre 2009

Alice was beginning to get very tired


Vediamo se ve ne importa qualcosa. A ringraziamento di un regalo che mi ha portato a lidi antichi, oggi si parla di...

LEWIS CARROLL

Chi è quest'uomo? Cosa spinge le umane menti a interessarsi alla sua attività professionale e personale del tutto particolare?
È possibile, in definitiva, unire fantasia, matematica, logica, simpatia affettiva spinta verso le bambine?
E soprattutto... la quarta caratteristica scaturisce dalle prime tre?
(Che detta così fa tanto Rieducational Channel e verrebbe da rispondere È gli Zozzi - ma questa è un'altra storia che un giorno narrerò)
Quest'uomo (vero nome: Charles Lutwidge Dodgson) era un pastore appassionato di matematica con amiche molto giovani.
Vi è mai capitato di leggere i suoi libri? Nel cartone della Disney, ça va sans dire, non scaturisce la cupezza che si evince nell'approcciarsi a favole tanto ben strutturate, dalle note scure nonostante il tripudio di personaggi e situazioni. Cos'altro aspettarsi da un professore di logica che fotografava bambine?
Carroll impastava neologismi e nonsense con regole fisiche e matematiche molto precise, ed una lontana tesina su di lui mi fa riaffiorare alla mente alcuni sfocati esempi. E qui viene la parte meglio argomentata del post. In tutta l'avventura ci sono continui riferimenti alle scienze. Quando Alice cade nel buco che la porterà nel Paese delle Meraviglie nonostante la tenera età e la pericolosità dell'avvenimento la bimba a voce alta cerca di calcolare dove si trovi:

Down, down, down. Would the fall never come to an end? "I wonder how many miles I've fallen by this time?" she said aloud. "I must be getting somewhere near the centre of the earth. Let me see: that would be four thousand miles down, I think-" (for, you see, Alice had learnt several things of this sort in her lessons in the school-room, and though this was not a very good opportunity for showing off her knowledge, as there was no one to listen to her, still it was good practice to say it over) "-- yes that's about the right distance -- but then I wonder what Latitude or Longitude I've got to?" (Alice had not the slightest idea what Latitude was, or Longitude either, but she thought they were nice grand words to say.)
O ancora troviamo anche la chimica in Through The Looking Glass e What Alice Found There, dove, quando Alice beve il latte, nel mondo al contrario succede qualcosa che ha a che fare con i componenti della bevanda che io ovviamente non vi so spiegare perché non sono Lewis Carroll e al compito di chimica mi scrivevo le formule sulle scarpe ma, voi, cari ovattatori, vi fidate se ve lo dico. Ancora, il gioco degli scacchi e la logica scende in campo con mosse sicure e sensate, ma spietato, Alice rischia di perdere la vita.
Già me lo vedo, quel puritano in gita in barca mentre racconta la favola ad Alice Liddel da cui poi, anni e anni dopo, ne è derivato un cartone animato. Questo, per essere esportato in Italia, è stato doppiato fin nella più picciol nota da musical disnegliano: grazie a quella gita infatti quando è il compleanno di qualcuno dopo che gli fai gli auguri ti canticchi simpaticamente anche Un buon non compleanno a me a me. Come si dice, dal produttore al consumatore
Quello che mi chiedo è: ma i genitori della pargola nel frattempo erano in trasferta a San Patrignano oppure peccarono semplicemente di permissività? Io la mi' figliola da sola con quello lì non ce la lascerei. Non è che lui le faceva ripetizioni di matematica?

Quest'uomo, in definitiva, usava le favole come arma seduttiva. Senza i conigli, è una norma applicabile tutt'oggi anche ad altre fasce d'età. Però che schifo.

P.s.: un ringraziamento speciale anche a Crispino, l'animale nato per fare il Crispino.

Ora me lo date il Nobel pure a me?

© Charles Lutwidge Dodgson ritratto da Oscar Gustav Rejlander, 28 marzo 1863 (Collezione Gernsheim, Harry Ransom Humanities Research Center, Università del Texas, Austin)

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