sabato 27 novembre 2010

Questi post davanti al mare

E fin qui abbiamo parlato e sparlato, discusso, pianto e cantato. Abbiamo riso prima di fare la battuta, e da soli ripensando a una cosa. Ci siamo messi in mostra e in disparte, e brindato e siamo andati a riposare. Abbiamo detto le solite cazzate del caso, passato il tempo alla meglio. Abbiamo letto e scritto, alzato la mano, fatto tanti convenevoli e anche sognato. Sogni belli, brutti, mediocri in bianco e nero di cui rimane solo l'alone che scompare alla prima specchiata mattutina (ora ci sei solo tu davanti allo specchio)

E la resa dei conti?

Stavo discutendo poco fa con un'amica che ci vorrebbe un'involuzione, si dovrebbe retrocedere; capiamo noi stessi così bene e abbiamo così chiare le situazioni da renderci ancora più confusi.
Chissà! L'uomo si porta dietro il fardello della soddisfazione della consapevolezza, e invece mah, si diventasse un po' più ruspanti sai quante soddisfazioni in più.
Che tanto diciamocelo scavare e scavare fa sempre più male, vorrei dimenticare alcune cose, ma tanto è d'uopo che continui a pensare, e costruire sopra quello che c'è.

Il fatto è che, se invece di cercare la propria felicità ci si dà in pasto a surrogati e diversivi, la prima negatività ti piega

Perché non hai niente con cui difenderti e tutto da cui difenderti.

L’homme n’est qu’un roseau, le plus faible de la nature; mais c’est un roseau pensant. Il ne faut pas que l’univers entier s’arme pour l’écraser: une vapeur, une goutte d’eau, suffit pour le tuer. Mais, quand l’univers l’écraserait, l’homme serait encore plus noble que ce qui le tue, parce qu’il sait qu’il meurt, et l’avantage que l’univers a sur lui, l’univers n’en sait rien. Toute notre dignité consiste donc en la pensée. C’est de là qu’il nous faut relever et non de l’espace et de la durée, que nous ne saurions remplir. Travaillons donc à bien penser: voilà le principe de la morale. Ce n'est point de l'espace que je dois chercher ma dignité, mais c'est du règlement de ma pensée. Je n'aurai pas davantage en possédant des terres: par l'espace, l'univers me comprend et m'engloutit comme un point; par la pensée, je le comprends.

L'uomo è soltanto una canna, la più debole della natura; ma è una canna pensante. Non c'è bisogno che l'intero universo si armi per schiacciarlo: un vapore, una goccia d'acqua bastano ad ucciderlo. Ma, quandanche l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe ancor più nobile di ciò che lo uccide, perché sa di morire, e del vantaggio che l'universo ha su di lui, l'universo non ne sa niente. Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. È da qui che dobbiamo risollevarci e non dallo spazio e dalla durata, che non sapremmo riempire. Impegniamoci dunque a pensare bene: ecco il principio della morale. Non è a partire dallo spazio che devo cercare la mia dignità, ma dall'organizzazione del mio pensiero. Non avrei di più possedendo terre: attraverso lo spazio, l'universo mi comprende e mi inghiottisce come un punto; attraverso il pensiero, lo comprendo.

Blaise Pascal, Pensées, 1660 

Sono queste fortune del tutto particolari 
- l'universo pur comprendendoci non ci comprende.

1 commento:

NêZ ha detto...

E noi non comprendiamo l'universo, pur essendo compresi.