Anch'io ai miei tempi sono stata una Pupilla. In seconda liceo andavo a ripetizioni di matematica dal cugino di mia madre, che la insegnava in un altro istituto.
Vogliamo parlare della tariffa? A suo tempo si prendeva 30.000£ all'ora, che scusate ma non sono per niente i 15€ di adesso, e grazie mille per lo sconto parentela.
A matematica oscillavo fra il 2, il 3 e il 4: la modestia era il mio forte. Pensarono bene i miei che era giunta l'ora di qualche lezione privata.
Un incubo: ricordo ancora il suo modo di dire "x" e "y" (uno strano difetto di pronuncia gli faceva dire œpsilon), la terribile sensazione di non poter far finta di non aver capito. I risultati, grazie alle lezioni frontali in quello studio stantio, non migliorarono di parecchio: al primo compito in classe dopo un mese di ripetizioni mi presi un 5=, voto di tutto rispetto se paragonato alla media precedente, ma ricordo che mentii al mio aguzzino dicendo che avevo preso 6 e 1/2, sennò mi avrebbe rispiegato tutto.
Avevo paura di lui, proprio come il Pupillo di me, mi faceva schifo il suo odore e casa sua, con la moglie occhialuta e assente "per lasciarci soli ad imparare!" (ma vaff...), e anche adesso se me lo trovo di fronte ai matrimoni o a qualche occasione in cui la famiglia si riunisce nella sua totalità, lo evito come la peste.
Ricordo che finito il liceo pensai di potermi sentire finalmente libera di parlare con lui, visto che non poteva più monitorare la mia situazione algebrico-geometrico-trigonometrica che continuò più alla deriva che mai durante i restanti tre anni (fece eccezione la quarta: avevo capito talmente bene le esponenziali che un 8 da autodidatta mi fece commuovere) ma niente, io non volevo elencare i miei progetti futuri e presenti con lui, si fossero questi infettati al ricordo di quei pomeriggi d'inferno. In più il suo labbro pendulo mi ha sempre spaventato.
Durante tutto quel tempo mi sono sentita in qualche modo torturata, e posso anche però affermare con certezza che stupida come in seconda liceo non lo sono stata mai nel resto di tutta la mia vita.
Mi prestò la sua copia dei Promessi Sposi, che io volontariamente non gli ho mai restituito. Quel ramo del piano cartesiano che volge ad œpsilon incassato come rivalsa, tiè
Che poi riflettendoci gli insegnanti delle ripetizioni rappresentano un fallimento materializzato, io credo che l'odio verso di loro nasca da qui. Ma tant'è.
Ieri pomeriggio ha pensato bene di passarci a trovare con la moglie occhialuta e la figlia recente, più recente delle ripetizioni. Non appena ho capito chi aveva suonato il campanello grazie alla rapida occhiata dalla persiana, ho fatto a mamma due gesti in silenzio: il primo col dito che indicava il mio petto, e l'altro con la mano destra sul polso mentre l'altra si apre e fa un movimento verso l'alto. Mi sono defilata in camera, la mi' mamma mi ha guardato con lo sguardo assassino mi ha detto "Ma che devo dire che non ci sei???", io mi sono limitata ad annuire con aria che pregava indulgenza. Sono rimasti quasi un'ora, mi sono messa a pensare anche ad Anna Frank, e mi dispiaceva dover affrontare una tale esagerazione. Morale della favola: si sono scolati quasi tutto il prezioso succo di frutta alla fragola che avevo comprato l'altro giorno alla Coop con tanto entusiasmo, la mi' mamma mi ha detto di vergognarmi, e me lo merito, ma chissene, vuoi mettere la liberazione.
Quindi state attenti: se doveste venire a casa mia e i miei vi dicessero che non ci sono ma la macchina è in cortile, può essere che se fate un raid in camera mia mi troviate sul letto. A quel punto vi rivolgerò i miei occhi sgranati della serie Non vi avevo sentito arrivare.
Mi stavo chiedendo in questo momento Chissà se anche il Pupillo vorrebbe non incontrarmi per strada. Glielo concedo, anzi, lo esigo.
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