C'è il Mistral, anche oggi, viene sparato da nord come un sifone. Era un po' che non si faceva vedere. Non voglio nessun altro vento. Oggi pare che porti la luce, e non solo che sposti l'aria. A casa mia sibila timido e non gli do nomi, qui non ha paura di niente, è spavaldo come la gente che abita questi luoghi. E tutti lo conoscono, non è che dicono Oggi c'è vento, dicono Oggi tira il Mistral, come se fosse un viandante che fa la spola e passasse dal retro per tornare a correre davanti ai nasi della gente e a spingergli le schiene.
Guardo fuori, rincasata in questi metriquadri bianchi e vuotissimi e il gonnellino dello spaventapasseri e non è risicato, sventola fiero come uno stendardo, e le palme se la ridono delle raffiche, e si spostano come per far passare qualcuno in un marciapiede affollato. Mi mancheranno, lui e le piante che si scialano a far fluttuare i loro rami come capelli. A camminare con questo tempo ci si sente solo più vivi.
Mi ricordo di gente che mi ha suggerito di fare attenzione perché questi posti sono pericolosi, Fais attention, j'ai entendu à la radio que là-bas ça flingue pas mal, e invece no, è evidente che non ci sono mai stati, non hanno sentito la spinta vitale di questo vento, che è aggressivo ma abbraccia, che ti rema contro ma ti aiuta anche a camminare, non hanno sentito l'aria che si muove in banco e che finisce al mare e finisce per farlo incazzare: ma questo è l'unico modo per svegliarlo, che sta sempre lì a sciacquettare sulla battigia e si dimentica di sé stesso.
Chi mi ha detto così è gente che è evidente che voleva dire Fai attenzione perché laggiù si sente parecchio la vita.
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