domenica 7 agosto 2011

Ai vecchini

Quanto sono bellini i vecchini, uno sbocciare di sghigaggine e di perduta giovinezza. 
Coi nasi appuntiti e gli occhietti furbi, la camminata incerta e quei capelli, tutti dello stesso colore, vanità andata persa. 
I vecchini sanno regalare le cose col cuore, le danno come un testamento fatto un po' alla volta. 
Ai vecchini si riservano le mansioni semplici, da fare da seduti, sapendo che sanno che lasciarli con le mani in mano sarebbe un profondo dispiacere.
I vecchini parlano perlopiù del passato, o del futuro degli altri, hanno le pupille piene di ricordi mentre guardano un posto dove hanno vissuto tanto tempo fa, quando il mondo era diverso e lo erano anche loro.
Ci sono dei vecchini che si sono rotti la schiena per tutta la vita a lavorare a testa bassa, e la loro semplicità sprigiona una bontà, una saggezza e una generosità che non si imparano dall'esempio.
Temo il giorno in cui certi vecchini se ne andranno, ogni gesto sembra evocarlo, ed è per questo che guardando certi vecchini mi si stringe il cuore, e penso che non riuscirò mai a dimostrare loro tutto il mio affetto e la mia gratitudine. 
Forse ci riuscirò con uno sguardo quando sarò anch'io una vecchina, ma per allora sarà troppo tardi.

3 commenti:

Marisa ha detto...

purtroppo spesso con questi vecchini perdiamo la pazienza e solo quando non ci sono più ci rendiamo conto che senza di loro siamo perduti e il dolore non ti lascia più...

Hyde ha detto...

Bellissimo post in generale e la chiusura in particolare, che condivido appieno. C'è del tenero in te più di quanto credessi... Ciao.

NêZ ha detto...

Per Marisa: Ed è un pezzo di mondo che se ne va...

Per Doctor Peter: Ti ringrazio, mi dispiace che tu legga in me del cinismo... d'altronde uno dei soprannomi è la Malvagia! Eheh. Ma sono più tenera di quel che dimostro.