domenica 26 settembre 2010

Ci vuol poco.

Basta poco per toglierti la tranquillità, la positività, la cordialità. Basta qualcuno di sgallettante e con le manie di potere, basta qualcuno che se la crede, basta che pensi che tutto gli sia dovuto e il mausoleo di sicurezza che con pazienza uno s'è costruito crolla - a causa di imbecilli. Così eh, in due secondi, una regressione totale e disarmante e ti risenti tredicenne.
Ora mi dico che è da imbecilli farsi turbare da un imbecille. Ma non qui, non ora, squilla il telefono e ti senti addosso colpe che non hai, devi fare favori per gente che detesti e arrivati a questo punto vorresti solo rovesciare tutto, andar via e buttarti da un ponte con un elastico.
Bene, l'imbecillità degli altri non mi compete, come non mi competono un mucchio di altre cose (che fra l'altro non mi competono per libera scelta o per contratto); farmi coinvolgere dagli imbecilli nel loro vischio di pochezza questo sì mi compete e non sapete quanto mi butti giù.
A forza di bocconi amari piccoli e grandi arriveremo a far la rivoluzione, daremo foco a tutto e chi s'è visto s'è visto.

Non è successo un granché, solo piccolissime manifestazioni mafiose dove l'ultimo della scala gerarchica deve sforare rispetto al suo dovere senza premio né ringraziamento, per mettere in luce il gallo del pollajo che del pollajo ha soprattutto il cervello di gallinaceo.

È tutto.

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