È arrivato il momento: jeri sera ho finito di leggere Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Non è che le ho proprio finite; ancora devono uscire due romanzi (che se Mondadori riattua la stessa pessima scelta editoriale, per continuare la saga in italiano dovrò comprare almeno quattro libri. Siccome ha letto tutti e dodici i libri anche il mi' babbo, per forza di cose ho preso il romanzo in italiano).
Sinceramente non mi era mai capitato di imbattermi in una saga che non fosse ancora conclusa, normalmente spolpo le cose quando sono già tutte là pronte, sennò mi sfastidio ad aspettare.
Mi sembra di avere iniziato tipo il novembre scorso, quindi erano ben sette mesi che leggevo la stessa vicenda, a tutt'oggi non conclusa. Se ci penso non ci credo: eppure la storia prende il lettore eccome, sono indecisa se classificarla letteratura di consumo o no, da una parte sì, perché Martin allunga il brodo per scrivere più libri, e da un'altra no, perché comunque le sfaccettature psicologiche dei personaggi sono rese molto bene e in modo per niente banale. Diciamo che l'autore rivolta il lettore come un calzino, perché cambi sempre opinione sulle vicende, basta focalizzarsi da vicino su qualcuno che giudicavi in un altro modo quando lo vedevi da lontano. Alla fine dei salmi la realtà di Martin è una: il bene e il male non sono distinguibili, e che l'unica cosa che conta per l'uomo è il potere. Poi è logico, vai avanti perché vuoi sapere cosa succede. Fra l'altro è una bella spesa: all'incirca sono 4800 paginate di carta stampata, quindi se non siete motivati non vi consiglio l'investimento.
Da questa saga stanno ricavando una serie che dicono di successo, che si chiama come il primo romanzo, Il Trono di Spade, o Game of Thrones, che ho iniziato a guardare tardi perché non volevo disturbare la mia immaginazione e che ha messo un po' di tempo per convincermi. Quello che non capisco è quando mai finirà la cosa: ancora la vicenda è in cantiere e secondo me combineranno qualche casino.
Il problema fra serie e romanzi è che fra gli appassionati del genere l'argomento era tabù: se ne parlava perché non ce la facevi a farne a meno, ma non se ne poteva parlare perché gli eventi sono talmente ingarbugliati che non sai più in che successione sono accaduti; insomma, ogni volta che veniva fuori l'argomento mi sono beccata delle belle spoilerate involontarie.
Oggi ho provato a intavolare la questione col mi' babbo, che ha finito di leggere mesi e mesi fa, gli ho detto "Uè, jeri sera ho finito La Danza dei Draghi! ma secondo te - spoiler -?" "Ma chi?" "Dai, come chi! - spoiler -!" "Ah boh non mi ricordo". Di bene in meglio. Non se ne parlerà mai, credo.