Mi ha fatto bene questa giornata. Mi ha fatto bene al cervello. Nove ore in piedi a darsi da fare, con le mani e con le parole, accanto ai volontari e scontrarsi con il mondo di chi ha le stigmate da delinquente per scoprire (confermare, piuttosto) quanto siamo uguali, tranquilli, mansueti, bisognosi di cure e d'affetto. Bisognosi, tanto, di sigarette, centellinate e regalate come il più prezioso dei beni. Mi son detta chissà, l'unica donna qui, oggi, 47 tunisini, e poi i più molesti erano in realtà gli italiani.
Quando me ne sono andata in macchina non ho avuto il coraggio di girarmi, lasciavo tanti occhi che non sapevano cosa ci fosse al di là di quel cortile, e non erano autorizzati a vederlo.
Allora penso a tutti i turisti, a me stessa, a chi viene qua invece solo per godersi la primavera, le colline e i fiorellini quanto piccolo sia il mondo delle frustrazioni, e quando immensa sia la mancanza di libertà.
Un saluto solidale a tutti gli sbarcati e i fuggiaschi, e un augurio di trovare un posto nel mondo di dignità, lavoro e giustizia.