mercoledì 28 novembre 2012

Il rutto del dogma

I primi segni coscienti dell'abuso dell'assolutamente li registro già al liceo, in qualche annata compresa fra il 2002 e il 2004. La pulce nell'orecchio me la impiantò il mio professore di italiano e latino, che si lamentava alle risposte del mio compagno di banco interrogato, che spesso alle domande ribatteva con "Assolutamente!". Il docente, uomo cinico, ironico, alto e provato dalla vita e dagli adolescenti lo redarguiva con "Ma assolutamente che? Che vuol dire? Sì? No? Assolutamente non vuol dire niente!"

Poi sono passati un po' di anni senza televisore in casa e la questione la sentivo sopita. Poi mi è tornato all'udito l'assolutamente, più assordante di prima.

Io avevo creduto fosse un fenomeno effimero che sarebbe durato una stagione invernale di Verissimo al pomeriggio, ma a quanto pare questo orribile assolutamente sta mettendo le radici nella lingua italiana come una mangrovia, o come un callo, e sta scavando  i suoi osceni cunicoli già da una decina d'anni, o anche da prima, ma del prima non me ne rendo conto.

Mi sono chiesta in quale calderone sia stato generato l'uso fuori luogo di questo avverbio che andrebbe usato proprio pochissimo. Andrebbe usato con parsimonia perché la vita di rado è categorica: si può dire che è assolutamente vero che si muore, ma rispondere a Ti piace il giallo? con Assolutamente sì, io senti, se non ti dispiace, ti vomito addosso.
Ti vomito addosso perché hai guardato troppi film doppiati male. Dove qualcuno ha tradotto un absolutely della sceneggiatura che non ha ragion d'essere in italiano.
Ti vomito addosso perché articolando quella parola in italiano esterni il fatto di non saper speculare su un concetto, ma butti là un dogma anche per cose ridicole. Perché noi tutti, nell'ottanta percento dei casi (sì, anche e soprattutto la politica spettacolarizzata rientra in questa percentuale), parliamo di cose ridicole, basta saperlo, basta essere al corrente che le discussioni non riguardano sempre i massimi sistemi. Smettere di parlare di cose quotidiane e ridicolizzabili - più che ridicole - sarebbe ridicolo di per sé, ci mancherebbe altro.
E in questa Italia becera la discussione (soprattutto quella dei salotti televisivi) non prevede più un dialogo di ascolto e replica, ma una dettatura scandita di chi fa la voce grossa. Anche quando si parla di cazzate, inconsciamente. Quindi quella categorizzazione dovrebbe convincere l'interlocutore che si stanno pronunciando parole profetiche e indiscutibili. AÒ!!! Ma come ti permetti? Dov'è la libertà di controbattere? Dov'è la libertà di pensiero e di azione? Chi sei tu per imboccarmi verità?
L'assolutamente eleva a dogma la cazzata. Viva la cazzata eh per carità, campi cent'anni ma almeno facciamo i distingui. E quindi la domanda è Chi sei tu per darmi in pasto cazzate travestite?


Come accennato sopra, poi appunto l'apice della minchiata lo raggiungono le risposte secche "Assolutamente sì!" o "Assolutamente no!" come se il semplice "Sì" o "No" non fossero sufficienti a far credere che le parole possano esprimano realmente il proprio pensiero. Ma che ci vuole il certificato di garanzia per rispondere a una domanda triviale? Che è il meidinitali della risposta? Il e il no da soli so' tarocchi? Accendi l'apparecchio e vedi le interviste per la via:
- Fa assolutamente freddo? - Assolutamente sì! - E quindi lei pensa di non andare a fare il bagno al fiume assolutamente seminudo? - Assolutamente no! - Assolutamente grazie, assolutamente arrivederci! - Assolutamente prego!

MA CI ANDATE IN QUELL'ASSOLUTO POSTO!?

Io ce l'ho con chi lo usa, non ci posso fare niente. Se sento dire erroneamente a qualcuno assolutamente da quel momento in poi non gli dò più peso, per me è cretino, punto. 

Se non ci avete ancora fatto caso, fatecelo per favore. Anche se mi sembra impossibile non averci fatto caso.

Mi viene l'orticaria ad ogni assolutamente sentito in tivù o per la via. In tivù perché sono capre che scimmiottano l'inglese a cazzo di cane, per la via perché imitano i beceri della tv.

È il rutto del dogma, la verità che perde importanza, la pecoraggine che prende piede.

martedì 27 novembre 2012

Le belle domeniche

Domenica col mi' babbo siamo andati a votare alle primarie. Io sono uscita di casa quasi in tuta, lui invece per andare in paese a fare la croce s'è fatto la doccia, s'è rasato. Perché è un grande conoscitore delle dinamiche di paese, pur non partecipandovi.
Come antefatto c'è da dire che viviamo nella campagna di un minuscolo comune, dove tutti si conoscono ed è difficile farsi i fatti propri. E ovviamente tutti sono curiosi degli altri e altrettanto gelosi delle proprie intimità.
Insomma, usciti dalla macchina il mi' babbo mi fa "Oh, se si incontra qualcuno non gli diciamo cosa stiamo facendo!" (come se non sapessero tutti come la pensiamo, né che si intuisse cosa ci portasse a percorrere certe vie). E io gli ho detto "Ma chi si deve incontrare scusa? Non c'è anima viva!" in effetti le vie erano sgombre, diacce e pelate. Poi, valicata la porta principale del paese e dirigendoci al seggio, in 100 metri che c'erano da fare il mi' babbo s'è fermato a salutare 4 omíni materializzati all'improvviso, e l'ultimo gli fa "T., dove andate??" e lui "Eh, si va in giù!" "Ah, andate in giù!" "Eh sì, si va in giù, hai visto? Allora ciao eh!". Appena voltato l'angolo mi ha detto che quello appena incontrato non vota da 7 anni e poi si lamenta dei politici.

lunedì 19 novembre 2012

Il puzzo di pulito

Presa da non so quale presunzione marsigliese stasera ho provato a fare il sapone, riciclando una mezza bustatina di moncherini di sapone bianco all'olio di palma, sapone verde all'olio d'oliva, sapone viola alla lavanda, sapone Dove coi bruscolini per fare il peeling, saponettona carissima ma regalata e profumata che la mi' mamma usava da soprammobile ma poi s'è sbeccolata cascando per terra.
Ho cercato il procedimento affidandomi al primo sito. Sono però andata a braccio, che ci avevo guardato mesi fa e avevo stipato all'uopo le liche di sapone: ricercandolo di nuovo mi sono accorta di aver saltato il passaggio di frullare gli avanzi di sapone prima di scioglierli. Credo che il pentolino a pezzettoni sia stato sul gas a bagnomaria per un paio d'ore e non era successo niente; io pensavo si sciogliessero come il cioccolato quando si fanno i dolci. Devo confessarvi che non succede. In casa si stava asfissiando dal puzzo di pulito, ho anche acceso la ventola. Siccome sembrava di stare in una raffineria ho aggiunto acqua al composto, che è diventato una poltiglia bianca che pareva salsa tonnata dei crostini. Infine ho messo il tutto in dei ciotolini con una forma bellina per servire miele e marmellate accanto ai caci, ora sono in frigo e spero che domani qualcuno non spalmi il sapone sul pane.