lunedì 11 luglio 2011

C'era una volta il Ding


Una volta era così: s’era ragazzi.
Con uno slancio di impellenza commemorativa aprimmo un blog che ci rappresentasse, che rappresentasse chi pensavamo di essere e cosa ci stupiva e forgiammo nuovi aggettivi ché quelli che c’erano non bastavano. Adesso pare che gli aggettivi siano finiti, siamo finiti tutti alla deriva, come collettivo (che non è che abbiamo iniziato a drogarci), e il silenzio senza un ding lascia con un grande Mah!. Pazienza? Tanta ne abbiamo avuta, mansuetudine e malvagità. Evidentemente qualcosa è cambiato. A quanto pare, solo un diamante è per sempre, e se lo perdi è come se non esistesse più, lo stesso. Tanto si può dire e si può aspettare la sua rinascita seduti guardando l’ora, ma si sa che non sarà mai più uguale a prima. Tanto si può dire, che io non conosco il futuro nemmeno se sento a Paolo Fox, ma conosco il passato e conosco il presente e in data odierna 11 luglio 2011 il Ding non esiste, è morto, e credo che non ne verranno celebrati i funerali perché sembra per il momento che sia l'unica a manifestarne il decesso
Non oggi, oggi di triangoli non se ne suonano più

Apro quella pagina e la vedo come un monumento, 
un omaggio alla memoria


venerdì 1 luglio 2011

Drown


Colpita, 
si è inabissata, 
è andata giù pianissimo, 
una lentezza paradossata dal gran frastuono; 
prima la chiglia che 
si è ruotata,
a prua
 e verticalmente 
scendeva, 
scendeva
...
finita la resistenza 
degli oblò in cui entrava ancora un po' di sale
si è lasciata andare col risucchio finale 
e qualche sputazzo, 
dopo l'imponenza degli alberi 
e delle vele 
sbrindellate.
E fiere 





Non tornerà: 
certe barche, anche se hanno salpato sorridendo in mari aperti, sole in fronte e il canto di gabbiani e sirene, una volta ancorate al fondale