mercoledì 30 giugno 2010

Le jour du Quatorze Juillet je reste dans mon lit douillet.

La musique qui marche au pas,
cela ne me regarde pas.
Je ne fais pourtant de tort à personne
en écoutant pas le clairon qui sonne.
Georges Brassens, La mauvaise réputation

Non so se sia voluto, ma l'appello di letteratura francese cade proprio, guarda guarda, il 14 luglio. Coincidenze storiche! Ho deciso di presentarmi con una piccola guarnigione di ajutanti muniti di fiaccola e ariete allo studio dove si terrà l'orribile sessione estiva; irrompo, mando tutti fuori e poi faccio radere al suolo l'edificio.
Chi ci sta poi mi fa risapere.


domenica 27 giugno 2010

Bearing bears.

L'orso - o persona orsa - è chi quasi per partito preso non intende approfondire un rapporto perché ritiene insufficiente l'armonia, la "simpatia di anime" (cit. J.-J.), preferendo, piuttosto, stare da solo che accontentarsi di una compagnia qualsiasi. Questo gli riesce in maniera del tutto naturale, evitando di aprirsi con determinati soggetti da lui contrassegnati in maniera arbitraria. Con alcuni abbassa lo sguardo, altri può sentire di starli ad osservare altezzosamente, non senza trasalire.
Altresì detto schivo, selettivo, estroverso col lanternino, ma, da buon orso, tiene da parte il miele e nel caso debba passare un po' di tempo con chi non predilige, riesce ad offrirne comunque; senza poi richiamare. Non è falsità, è la semplice gioja di un momento.
Forse sbaglia, forse no, chi può dirlo? Resta il fatto che non riesce a comportarsi altrimenti, l'orso si basta per sé, ma forse durante il letargo, mentre si gira nel giaciglio, soffre un po'.

©  http://gorippityrippity.tumblr.com/

lunedì 21 giugno 2010

Mastro Lindo

L'uomo è come una tanica di detersivo sporca. Nella migliore delle ipotesi fa di tutto per migliorare il mondo, trascurando però le proprie bassezze. E dovrebbe innanzitutto redimersi per non vivere un paradosso, trovando dentro di sé tutti gli strumenti per farlo.

sabato 12 giugno 2010

Per conservare la mia buona reputazione

Avendo rubato tempo da perdere in riflessioni sulle coincidenze inutili, dopo l'artigianale Teorema sul sistema solare, preceduto in termini di fabula da quello sull'Annullamento del Nove, la qui presente in questo momento ma probabilmente non quando leggerete è lieta di presentarvi uno studio su

I rapporti fra le lettere e le cifre: i casi del 3 e del 7

Il 3 e il 7: due numeri abusati, ricorrenti, in simbologia, religione. I 3 dell'avemmaria,  le 7 meraviglie del mondo, i 7 peccati capitali, i 7 re di Roma,  i 3 moschettieri, le 3 caravelle, i 7 samurai, la trinità, le 3 Grazie, i 7 giorni della settimana, i 7 nani, i 3 porcellini, 33 Cristo, 77 e' diavule,  3 a' gatta, 7  o' vasetto, 33 trentini.
Cosa vedo. Ancora loro! Scrivendo su un foglietto le cifre dall'1 al 9 in lettere ho voluto stilare un rapporto fra numero di lettere e cifre che rappresentano.
Quindi abbiamo, partendo da una semplice classifica numerica:
  • uno (tre lettere)
  • due (tre lettere)
  • tre (tre lettere)
  • quattro (sette lettere)
  • cinque (sei lettere)
  • sei (tre lettere)
  • sette (cinque lettere)
  • otto (quattro lettere)
  • nove (quattro lettere).

Seguitemi adesso. Mi chiedo se sia un caso che questi due numeri tornino sempre nella vita di noi tutti! Anche in questo caso, riscrivendo una classifica in ordine crescente delle cifre in base a quante lettere le compongono, viene fuori (il criterio usato per le lettere in ex-æquo è di prendere per prima la cifra in crescente valore strettamente numerico, quindi se l'uno e il due hanno entrambi tre lettere viene prima l'uno):
  1. uno (tre lettere)
  2. due (tre lettere)
  3. tre (tre lettere)
  4. sei (tre lettere)
  5. otto (quattro lettere)
  6. nove (quattro lettere)
  7. sette (cinque lettere)
  8. dieci (cinque lettere)
  9. quattro (sette lettere)
Dalle tre alle sette lettere. Ma cosa vediamo? Il 3 e il 7 occupano in classifica lo stesso posto, sia numericamente che per numero di lettere. Se non son coincidenze queste.

Basta, il fenomeno finisce qui, ve lo volevo solo dire. Non è utile, ma vuoi mettere; passare per un'ossessiva compulsiva è sempre di gran moda.

giovedì 10 giugno 2010

Renegade

Cari motociclisti, voi non siete tutti uguali. Ci sono quelli timidi, con una flebile passione per le due ruote che in fondo usano la moto solo perché fa caldo. 
Lascio a voi appartenenti a questa categoria, i più assennati, l'oneroso compito di andare a scommazzare di mazzate i vostri colleghi i motociclisti tronfi, quelli che se ne vanno roboando a tutte le ore per la rete stradale planetaria. 
¡Que os den!
Il vostro è un compito preciso: andate a dare una manata a quegli imbecilli con la marmitta sfondata che inquinano l'aria coi loro brottototototouuuuuuuuuuuuuum esagerati, ma proprio da malati di mente, delle ore 14h30, durante un breve pisolino. 
Andate voi, io sono a piedi.

mercoledì 2 giugno 2010

Ça y est

Arieggia, gingilla e aggeggia
Mannaggia!
Passivo non attivo! quasi mai transitivo.
Inizia un giorno, si aggiorna la giornata!
Seria la sera, sarà che è già serata
Si attende tesi una nuova ventata
Di nuova novità.
Sarà quel che sarà
Ci diciamo; e intanto solchiamo i solchi
Degli stolti attimi di giornate sprecate
A pensare a cazzate.